Viene chiamato “ambientamento” quel periodo durante il quale le bambine e i bambini entrano per la prima volta all’interno di contesto educativo differente da quello di casa con adult* di riferimento che fino a quel momento non avevano mai visto.
Un “passaggio” che deve essere graduale quindi, de* bimb* , da un contesto familiare conosciuto ad un contesto più ampio, complesso e da conoscere.
A entrare nel nuovo contesto non sono solo * bambin* ma il nucleo familiare intero: la persona adulta di riferimento diventa infatti una risorsa indispensabile affinchè l’ambientamento possa essere il più sereno possibile, sia perché le conoscenze de* propri* figli*sono fondamentali per chi lavora nel nuovo contesto educativo, sia perchè se la persona adulta che affida è serena nell’affrontare il distacco, lo sarà anche * bimb*.
Si preferisce utilizzare il termine ambientamento a quello di inserimento (spesso utilizzato nei nidi tradizionali) a voler sottolineare l’importanza del concetto di accoglienza che questa parola veicola: un’accoglienza che si modula a seconda dei bisogni e dei tempi de* bambin* coinvolt* e delle loro famiglie.
Un modularsi reciproco che tiene conto del ruolo attivo d* bimb* nella costruzione di nuove relazioni e di quello della persona adulta come protagonista di questo passaggio.
Quanto dura l’ambientamento?
L’ambientamento può avvenire in maniera “tradizionale” o può seguire i tempi del modello svedese.
I tempi dell’ambientamento “tradizionale” durano circa due/tre settimane, tempo durante il quale * bambin* si adatta gradualmente al nuovo contesto e al distacco con la famiglia.
Mentre la bambina e il bambino aumentano ogni giorno il tempo di permanenza nel loro nuovo ambiente di gioco, la persona di riferimento lo diminuirà gradualmente sperimentando di giorno in giorno momenti di distacco brevi e graduali; al termine delle prime settimane la bambina e il bambino frequenteranno quindi secondo l’orario concordato.
Il metodo “tradizionale” non tiene conto però della concezione del tempo delle bimbe e dei bimbi che a questa età ancora non sanno darne una dimensione reale, prospettica ma vivono in un tempo che è “qui e ora”, questo fa sì che i momenti di distacco siano più difficili e carichi di emozioni di paura.
L’ambientamento con il modello svedese in tre giorni
L’ambientamento alla svedese invece prevede un periodo di tre giorni durante i quali la coppia persona adulta di riferimento – figl* trascorre tutta la giornata insieme nel nuovo luogo e solo il quarto giorno avviene il saluto alla porta e quindi il primo distacco.
Il vantaggio dell’ambientamento con queste tempistiche è che il genitore può vivere e accompagnare attivamente la propria figlia o figlio nelle routine della giornata; diviene più consapevole degli spazi e delle attività proposte; ha la possibilità di creare un legame più forte e di fiducia con le persone adulte che si prenderanno cura di loro: tutti questi aspetti aiutano anche * bambin* ad esplorare in maniera più serena le relazioni e il nuovo contesto educativo poiché possono farlo in un ambiente emotivamente protetto perchè affiancat* dalla persona a cui riferiscono per tutta la durata dell’esperienza.
Inoltre, la breve durata dell’ambientamento permette a chi accompagna la propria figlia o il proprio figlio di riuscire meglio a gestire il proprio tempo con conseguente maggiore serenità generale.
I nostri consigli per le persone adulte su come affrontare l’ambientamento
Come più volte sottolineato, il momento dell’ambientamento è un momento che non coinvolge solo * bambin*, ma anche la famiglia e il personale educativo.
Creare una buona base di fiducia è il primo passo verso una relazione serena.
Infatti, l’ambientamento è un passaggio delicato per il nucleo familiare: se da un lato si accompagnano e si gestiscono le paure della propria figlia e del proprio figlio che entrano in un nuovo contesto, dall’altro si deve imparare a gestire anche le proprie nuove emozioni, i dubbi e i sensi di colpa che normalmente emergeranno nel momento del distacco, i propri vissuti e le proprie difficoltà verranno a galla e tutto ciò potrebbe rendere più complessa la prima fase di ingresso in un nuovo contesto educativo.
Per questo è necessario, nella prima fase dell’ambientamento così come in tutte quelle successive di permanenza nel contesto nuovo, creare uno stretto ponte tra la famiglia e il personale che permette quindi, attraverso una comunicazione diretta e costante, l’accoglienza e la rielaborazione delle emozioni piacevoli e spiacevoli che ci saranno: le persone adulte di riferimento coinvolte in questo passaggio devono imparare a fidarsi di chi si prenderà cura d* loro figl*.
In parallelo, ogni educatrice o educatore dovrà invece rispettare i tempi della famiglia, rassicurando le persone coinvolte riguardo ad eventuali dubbi e non avendo anche paura di rallentare sulla tabella di marcia prevista per permettere a tutt* di sentirsi a proprio agio in questo processo di conoscenza reciproca.
Fiducia è la parola chiave: fidarsi di chi lavora e in modo professionale ricopre un riolo, accogliere con fiducia le proprie emozioni ma soprattutto di quelle de* minore che deve comunque rimanere il centro del lavoro in tandem della famiglie e del personale educativo.