Salve, sono Mariastella, sono una pedagogista e una mediatrice familiare.
Fin da piccola ho sempre avuto un’innata predisposizione alla cura della persona piccola o grande che fosse, ho sempre sentito una spinta a volermi sentire utile, a mettermi al servizio.
Negli anni, avendo preso maggiore coscienza di questo, ho quindi iniziato il percorso che ha portato ad una prima formazione come educatrice, arrivando poi ad aprirmi all’immenso mondo delle scienze pedagogiche fino a raccogliere la sfida della mediazione familiare.
Nell’affrontare questo percorso ho potuto prendere coscienza di tante cose, partendo soprattutto da me stessa, dai miei dubbi, ma anche dei miei desideri e ispirazioni definendo quella che è un po’ la mia personale parola guida, ossia sostegno.
Un sostegno verso l’infanzia, verso chi lavora con l’educazione e verso la genitorialità.
Sostegno alla genitorialità e mediazione famigliare per fare rete
La pedagogista che è un po’ la professione che racchiude e collega anche le altre, può essere considerata come una sorta di motivatrice della crescita personale e formativa.
È quella figura che, con un mix di conoscenze teoriche e un pizzico di “magia educativa”, accompagna persone piccole, adolescenti e persone adulte di riferimento nel loro percorso di apprendimento.
Non è solo supervisione o punto di riferimento: è una figura che sa ascoltare, osservare, capire e guidare, creando connessioni significative e aiutando a trovare la propria strada.
In pratica, la pedagogista è come una navigatrice esperta che ti aiuta a orientarti nel mare spesso turbolento della vita educativa e personale, senza mai perdere di vista l’obiettivo finale: diventare la migliore versione di te stessa.
Questa consapevolezza è stata ed è per me la chiave di volta della mia professione: voler essere quel sostegno per chiunque si prenda cura di una persona piccola aiutando a prendere coscienza dei meccanismi, di sé stesse, diventando capaci di dare il meglio possibile in un’ottica comunitaria.
Ricordo a questo proposito una provocazione ricevuta alla prima lezione di pedagogia generale all’università dove ci fu detto che noi professioniste dell’infanzia siamo quasi sempre, insieme alle figure genitoriali, il primo sguardo delle persone piccole verso il mondo esterno e che il nostro agire può determinare il loro modo di vivere e allora ancora di più non essere sole in questo cammino è fondamentale.
La supervisione verso le educatrici e il sostegno alla genitorialità vanno di pari passo, entrambi servono a creare una rete intorno alla crescita della persona così che possa abitare il mondo e la vita con consapevolezza, in maniera attiva e positiva.
Quale vantaggio offre la mediazione familiare?
Ma cosa succede se la sfera genitoriale e familiare attraversa una crisi? Se il meglio lascia il posto al conflitto? e se arriva la separazione?
La pedagogia cede il posto alla mediazione familiare.
In una situazione di conflitto, dove i membri di una famiglia non riescono a trovare un accordo e le tensioni rendono impossibile un dialogo costruttivo, questa figura, esperta di comunicazione e negoziazione può rappresentare una possibilità di svolta.
Chi media non prende parti, ma ascolta tutte le voci, aiuta a mettere in chiaro i problemi, e affianca le persone nel trovare, ognuna con le proprie capacità, soluzioni condivise.
In sostanza, chi fa mediazione familiare fa da tramite per riuscire a far vedere a tutte le parti in causa le cose con più chiarezza e a trovare un terreno comune su cui stare.
All’interno di quello che è il sostegno, quello alla genitorialità è uno dei più delicati e meno conosciuti, ma può essere fondamentale, nessuno da libretti di istruzioni all’arrivo di una figlia, non si nasce preparate al suo sviluppo, ma chiunque può avere un supporto per vivere al meglio e con più consapevolezza questo viaggio, basta chiedere!