Del pavimento pelvico ancora oggi si parla poco, tanto che moltissime donne non sanno nemmeno di averlo! Per parlarne, abbiamo interpellato Annalisa Pini, ostetrica di lunga esperienza che opera presso la Casa Maternità Il Nido di Bologna ed è esperta in salute pelvica della donna.
Ciao Annalisa! Ci parli un po’ della tua esperienza professionale e di come ti sei avvicinata agli studi sul pavimento pelvico?
Quando mi iscrissi all’università nel 1997, per iniziare il mio percorso da ostetrica, avevo già partorito eppure avevo un’idea vaga di cosa fosse il pavimento pelvico.
Tra l’altro ho avuto la fortuna di appartenere ad una generazione che qualche domanda sul corpo femminile se l’è fatta: in piccoli gruppi ci si guardava fuori e dentro, si parlava di cicli ormonali, di sessualità, di mestruazioni. Nel 1974 era anche uscito “Noi e il nostro corpo”, un libro scritto dalle donne per le donne in cui, tra le altre cose, si affrontava il tema attualissimo del rapporto tra salute e relazione col proprio corpo.
Con mia grande delusione, all’università la zona genito-urinaria-anale, con i suoi fasci muscolari tra loro meravigliosamente intrecciati e le sue molteplici funzioni, venne liquidata a qualche ora di lezione e ad un capitoletto sul Pescetto, la bibbia dell’ostetricia e ginecologia, che lo descrive -come nella stragrande maggioranza dei testi- come una struttura muscolo-fasciale che chiude in basso il bacino (o la cavità addomino pelvica) sulla quale appoggiano la vescica, l’utero e il sistema ano-rettale.
Tutto quello che so del pavimento pelvico l’ho imparato accompagnando le donne nella nascita extraospedaliera -a domicilio e in Casa Maternità, un contesto di grande possibilità ed autonomia del corpo femminile, non solo fisico, ma anche emotivo e spirituale. Questo, oltre alla formazione continua e multidisciplinare sugli aspetti della prevenzione, rieducazione e riabilitazione e insieme alle mie colleghe del Nido di Bologna, mi permette di aiutare le donne di tutte le età che soffrono di disturbi e problemi legati alla disfunzione del pavimento pelvico, con tutto il carico di sofferenza che portano e il loro impatto sulla salute e la qualità di vita.
Il pavimento pelvico nella donna
Nel tempo la rappresentazione anatomo-funzionale del pavimento pelvico femminile e il corpo della donna hanno risentito fortemente della cultura medico-scientifica dominante.
Ancora oggi nel descriverlo lo si mette in relazione al perineo maschile, sottolineandone la “debolezza” dovuta alla presenza, nel perineo femminile, di un orifizio in più, oltre ad ano ed uretra: la vagina.
Basti pensare che la reale anatomia della clitoride, uno degli organi più importanti della pelvi femminile, è stata scoperta solo nel 1998! (A.M. Rossetti).
Se vogliamo conoscere il pavimento pelvico e a imparare a sentirlo, dobbiamo cominciare a vederlo come un sistema integrato, formato dai muscoli pelvici collegati anatomicamente e da un punto di vista funzionale con altri muscoli importantissimi, come ad esempio (cito solo per ragioni di spazio) il diaframma respiratorio e altre strutture ossee, oltre la pelvi.
Oltre ad essere fonte di vitalità e di sicurezza del nostro corpo, è il “luogo” dove abitano le emozioni della donna, i vissuti, gli istinti e le sensazioni più profonde, quelle che fanno da antenna al corpo, quelle di cui ci si può fidare.
Se lo sappiamo ascoltare, il pavimento pelvico vibra al ritmo del respiro: contrazione ed espansione, il ritmo della vita.
Posture, abitudini di vita, cambiamenti ormonali, traumi emotivi e fisici, dieta, gravidanze e tipologia di parto incidono fortemente su funzioni indispensabili (urinaria, defecatoria), sulla salute riproduttiva, sul piacere sessuale, sulla propria integrità.
Pavimento pelvico e gravidanza
I corsi di preparazione alla nascita, il movimento in gravidanza, la continuità assistenziale offerta dall’ostetrica con una visione olistica sono spesso un’occasione importante, forse la prima, per fare la conoscenza con il proprio pavimento pelvico. La sua trasformazione in gravidanza riguarda la capacità di resistenza per sostenere il peso dell’utero mano a mano che il feto cresce. Allo stesso tempo -e in questo sta la delicatezza e la potenza di questa struttura- diventerà morbido ed elastico, per consentire la grande apertura fisica ed emotiva del parto, che permetterà alla bambina di distendere i muscoli perineali e di “sgusciare” fuori. Ad aiutare in modo significativo l’elasticità dei muscoli e delle articolazioni del bacino è la relaxina, un ormone prodotto in parte dalla placenta.
Prendersi cura del perineo in gravidanza, se non lo si è fatto prima, previene le problematiche che possono insorgere subito dopo il parto, ma anche diversi anni dopo, (emorroidi, dolore durante i rapporti, incontinenza urinaria, prolasso degli organi pelvici). La conoscenza del pavimento pelvico, attraverso esercizi specifici di propriocezione, l’uso della voce e del respiro, saranno molto utili non solo per la cosiddetta fase espulsiva del travaglio, ma anche permettere alla bambina di trovare la posizione più agevole per scendere nel canale del parto.
Riabilitazione del pavimento pelvico
La visione integrata del pavimento pelvico ha come premessa imprescindibile l’educazione pelvica o “perineal care”, anche quando, dopo un’attenta valutazione funzionale dello stesso, si pianifica insieme alla donna un programma riabilitativo.
Alla stregua di altre parti del corpo ce ne prenderemo cura con piccoli gesti quotidiani: quando camminiamo e facciamo esercizio fisico, quando, dove e come andiamo in bagno (fin da bambine), l’attenzione alla postura.
Nella riabilitazione del pavimento pelvico è di centrale importanza definire gli obiettivi terapeutici nel breve, medio e lungo periodo e gli strumenti più adatti disponibili per il trattamento, a seconda della problematica che si presenta.
Tecniche e strumenti sono diversi tra loro: alcuni comprendono esercizi terapeutici e manuali, altri utilizzano strumenti elettromedicali che sfruttano gli impulsi elettrici o le radiofrequenze. Oppure ci sono situazioni in cui è molto utile l’utilizzo di coni e dilatatori vaginali e/o dilatatori anali.
Diverse sono le funzioni che è possibile recuperare attraverso l’apprendimento e la riabilitazione della zona genito-urinaria-anale e pelvi perineale: la funzione urinaria, quella anorettale, quella sessuale, la statica pelvica (prolassi), funzioni cognitive quando si tratta il dolore pelvico cronico.
Indirettamente queste influiscono sulla socialità e più in generale sulla qualità di vita.
Esercizi pavimento pelvico
Cosa muoviamo quando esercitiamo i muscoli del pavimento pelvico e a che scopo li utilizziamo? Come detto in premessa, ciò che è passato nell’immaginario è l’idea di un pavimento pelvico femminile debole. Se cerchiamo in Rete troviamo migliaia di video che danno istruzioni su come rinforzare il pavimento pelvico attraverso i classici esercizi di contrazione dei muscoli perineali (esercizi di Kegel).
In realtà, un pavimento pelvico con una buona funzionalità dovrebbe avere un normotono, cioè una buona capacità di contrazione e di rilassamento. Dunque per allenamento non si intende solo il rinforzo, ma anche il rilassamento e la coordinazione di questi muscoli soprattutto col movimento respiratorio.
Il fai da te, senza una calibrazione dell’esercizio su di sé e svolto in maniera scorretta, potrebbe non portare all’effetto desiderato o piuttosto ad un peggioramento, soprattutto nelle situazioni di ipertono, spesso correlata a sintomi di dolore, anche sessuale. In questo caso si usano esercizi di contrazione e rilassamento, favorendo questa seconda fase ed esercizi di stretching anche manuale.
Dunque, prima di iniziare un allenamento è raccomandato sottoporsi ad una valutazione del pavimento pelvico eseguito da una persona esperta ed inoltre conoscere il pavimento pelvico, eseguire esercizi di propriocezione per riuscire ad individuare e sentire i vari muscoli (giuro che ci si riesce e con grande soddisfazione), come imparare a muovere i muscoli nelle varie posizioni, a cosa prestare attenzione e cosa non si deve fare.
Il cosiddetto “PIPÌ STOP” non è un esercizio!
Esercizi pavimento pelvico post parto
Gravidanza e parto sottopongono il pavimento pelvico ad un lavoro delicato ed impegnativo: resistere e rispondere in modo efficace alle pressioni dell’utero e aprirsi completamente alla voglia del bambino di nascere. Gli esercizi dopo parto hanno lo scopo di riprendere contatto e confidenza con i muscoli del pavimento pelvico, aumentarne la percezione e la consapevolezza dopo una modificazione così grande del proprio schema corporeo (non la sento più, non la riconosco). Inoltre, aiutano fin da subito ad aumentare il tono e la capacità di contrazione del perineo, a controbilanciare le situazioni di stress perineale, ad ottenere un maggior controllo degli sfinteri ed a preservare la statica pelvica, mantenendo gli organi in sede durante le attività quotidiane da riprendere con molta calma.
La rieducazione post parto, che tutte possono fare, può iniziare fin da subito (tre/quattro contrazioni quattro volte al giorno) solo per attivare la contrattilità, riassorbire eventuali edemi e migliorare la circolazione. Gli esercizi vanno ovviamente fatti in posizione supina con le gambe piegate.
Quando si comincia a percepire bene la contrazione, anche se debole, si possono fare gli esercizi di contrazione e rilassamento coordinate col respiro: contraggo in espirazione contando 1 e 2 e rilasso inspirando contando 3 e 4. Ripeto 10 volte.
L’obiettivo è di portare il pavimento pelvico a respirare in sinergia col diaframma in automazione. Come diceva una mia collega ostetrica: chiudiamo il bacino ed apriamo il cuore!
Palline per il pavimento pelvico
I coni vaginali sono un presidio sanitario, si trovano in diverse grammature, in un numero da 4 a 6 e vengono utilizzati al solo scopo di rinforzare i muscoli del pavimento pelvico.
Vengono introdotte nel canale vaginale per qualche minuto al giorno. L’obiettivo è di mantenerle ferme grazie all’attivazione del pavimento pelvico. Viene inserito il cono del peso che la donna riesce a mantenere utilizzando la posizione eretta, continuando a camminare ed a svolgere le normali attività. Un piccolo filo è attaccato alla parte inferiore del cono così da sporgere all’introito vaginale e permetterne la facile rimozione.
Come capire se ci sono problemi al pavimento pelvico?
Quando una donna arriva per la prima volta per una consulenza sulla salute pelvica presenta sintomi la cui comparsa crea un disagio che non può più essere ignorato e perché la propria qualità di vita subisce un peggioramento.
La perdita di urina da sforzo, dopo un colpo di tosse o dopo aver sollevato la borsa della spesa, la discesa degli organi pelvici (utero, vescica, retto) che viene riferita come la sensazione della presenza di una pallina in vagina, l’urgenza minzionale, il dolore ai rapporti sessuali sono alcuni dei sintomi che rimandano all’esposizione a diversi fattori di rischio. Intervenire prima della comparsa dei sintomi, quando ancora il corpo mette in atto meccanismi di compensazione, previene o limita molte delle disfunzioni del pavimento pelvico che in una grande percentuale si manifesta con la menopausa.
Quanto tempo ci vuole per rinforzare il pavimento pelvico?
Quando si attua un programma di rinforzo del pavimento pelvico, non si interviene solo sulla forza muscolare ma anche sul tono, sul trofismo e quindi sulla quantità delle cellule muscolari che è possibile reclutare e sull’aumento della resistenza che deve far fronte alle pressioni cui il pavimento pelvico è sottoposto tutti i giorni. I tempi di risposta sono ovviamente soggettivi e dipendono dal grado di disfunzione. Tendiamo come etica nostra a non promettere risultati, ma nella nostra esperienza e secondo le evidenze, dopo qualche settimana di allenamento già si vede un miglioramento su quei parametri che ho citato sopra. Ciò che fa molto la differenza è la costanza del lavoro a casa e quei 15 minuti al giorno che ci si prende per l’autocura
Come allenare il pavimento pelvico in gravidanza?
È consigliabile fare una prima valutazione del pavimento pelvico all’inizio del 2° trimestre di gravidanza ed una rivalutazione del 3° trimestre. La prima valutazione è utile per attivare i percorsi più appropriati nelle situazioni che lo richiedono. Se non si è ancora iniziato un corso specifico è l’occasione per parlare e descrivere il pavimento pelvico e per iniziare insieme all’ostetrica una programma di esercizi di training muscolare in situazioni di ipotonia.
Come massaggiare il pavimento pelvico in gravidanza?
La preparazione del perineo col massaggio si comincia, per chi lo desidera, dopo la 33° settimana. Trovate una situazione di comfort e il più possibile rilassante. La posizione è semiseduta o quella che facilita il massaggio. Si esegue posizionando uno o entrambi i pollici appena dentro la parete posteriore della vagina, appoggiando uno o entrambi gli indici sui glutei. Si esercita una leggera pressione verso il basso, cioè verso il retto, mantenendo la posizione per 1 min. circa (ascoltatevi!), poi si massaggia la parte inferiore della vagina, muovendo insieme pollici ed indici verso l’alto e verso l’esterno, per poi tornare indietro con un movimento ritmico a forma di “U”. L’ideale è provarlo a fare con la vostra ostetrica.
Per domande e dubbi potete contattare Annalisa Pini all’indirizzo email: annalisaost.pini@gmail.com