Cargomilla ha chiamato Valeria Roberti, attivista LGTBQIA+ e facilitatrice del Centro Risorse LGTBI per affrontare l’argomento di questo articolo: “Pregiudizione e stereotipo: come favorire la curiosità e l’inclusione“.
Valeria si occupa da anni di educazione alle differenze con adolescenti e persone adulte.
Oltre ad essere un’amica e una persona di grande stima, collabora con Cargomilla per quello che riguarda l’educazione al genere, all’affettività e alla sessualità.
Insieme a lei organizziamo corsi di formazione per persone adulte che lavorano nel campo dell’educazione, momenti di autoformazione per famiglie, laboratori ed eventi aperti al pubblico su queste tematiche.
Quello che vi proponiamo oggi è il primo di una serie di articoli che Valeria Roberti scriverà per il blog di Cargomila.
Buona lettura!!
Pregiudizio e stereotipo: come affrontare questa tematica già dalla prima infanzia
Stereotipi e pregiudizi non sono innati, si acquisiscono tramite un processo di apprendimento che inizia sin dalla più tenera età. Questo fa sì che è importante riconoscere cosa significano stereotipi e pregiudizi e trovare le strategie per decostruirli anche nella prima infanzia per permettere una crescita serena e al pieno delle proprie capacità.
Certo, non è una sfida semplice perchè per affrontarli vanno analizzati processi mentali complessi, ma è molto più difficile in età adulta perchè ci sono numerosi strati di considerazioni che si sommano, mentre nel caso di persone piccole il processo di decostruzione è più immediato: durante il periodo dell’infanzia non si ha paura di mettersi in gioco, a differenza, spesso, di persone adulte di riferimento, che credono di avere sempre le risposte giuste.
Cos’è uno stereotipo in parole semplici?
Uno stereotipo è l’idea che abbiamo di una cosa senza per forza averne fatto esperienza diretta.
Può essere negativo, positivo, neutro e ci aiuta a capire la realtà.
Ad esempio se dico “leone” a tutte le persone viene in mente un animale che vive in un clima caldo, ad esso, di solito (stereotipo) si associa la forza, la potenza, l’essere selvaggio.
Sono parole che hanno valori diversi (negativi, positivi, neutri) ma che permettono di interpretare un Leone, nel caso lo incontrassimo.
Cos’è un pregiudizio in parole semplici?
Il pregiudizio è la connotazione negativa o positiva di uno stereotipo senza avere fatto esperienza del soggetto a cui si riferisce.
Se riprendiamo l’esempio del “leone”, che è forte, potente, selvaggio riconosciamo che abbiamo un pregiudizio nel momento in cui invece di pensarlo con atteggiamento neutro, di osservazione, ci poniamo con paura o in maniera preoccupata se pensiamo all’idea di incontrare un leone perché stiamo giudicando il suo essere forte e selvaggio come possibili pericoli.
Ma chi di noi ha mai visto un leone in natura?
Eppure tendenzialmente le persone non si sentono a loro agio all’idea di incontrare un leone per strada.
Ecco quindi che il passaggio in cui si inserisce un valore, un giudizio, una considerazione che può portare a delle azioni (non andare a fare un viaggio in una savana, ad esempio) discriminatorie, denigratorie, ecc è la chiave fondamentale per comprendere il proprio pregiudizio.
Spostiamolo nel piano degli esseri umani: è credenza comune che le persone di origine indiana abbiano un cattivo odore.
Lo stereotipo appena menzionato diventa pregiudizio nel momento in cui salgo sul bus e identifico la persona di origine indiana con lo scopo di sedermi ben lontana!
Conosco quella persona? so se ha un cattivo odore?
Il passaggio è proprio questo: mi porto verso un’azione discriminatoria nei confronti di un essere umano del quale leggo una caratteristica connotata con uno stereotipo legato alla categoria sociale a cui appartiene (o a cui io credo appartenga) senza conoscere questa persona direttamente.
Quali sono i pregiudizi e gli stereotipi di oggi?
Ne abbiamo a bizzeffe!
Provate a pensare alle caratteristiche umane considerate differenze: orientamento sessuale, espressione di genere, abilità, razza, credo politico o religioso, status sociale, età… sono tutti aspetti dell’essere umano che, nel tempo e ancora oggi, determinano cosa ci distingue.
Ognuno di questi assi identitari è foriero di stereotipi e pregiudizi, molti dei quali sono totalmente inconsapevoli: pensate a tutte le volte che avete espresso un giudizio su una persona che non conoscete solo per qualcosa che avete visto di lei.
Molto spesso si nascondono dietro modi di dire (Donna al volante, pericolo costante), parolacce, doppi sensi e simili.
Pregiudizio e stereotipo: attività, giochi ed esercizi
Tre sono, secondo me, i filoni su cui muoversi.
Il primo è acquisire consapevolezza dei propri stereotipi e pregiudizi chiedendosi sempre perché esprimiamo un giudizio in un certo modo.
In questo le persone piccole sono favolose: di fronte a questi perché non ci mettono molto a rendersi conto che… non c’è un vero perché.
“Perchè due uomini non possono stare insieme?”
“perchè una donna di origine africana non può essere un’avvocata?”
“perchè…”
Il secondo è fare esperienza per maturare delle opinioni proprie, in questo ambito conoscere persone diverse da sé, dalle proprie origini, dalla propria zona di comfort è un’ottima strategia.
In questo caso il travestimento, l’interpretazione, la libera espressione sono ottimi alleati.
Il terzo è mettersi in gioco: provare continuamente a non basarsi sugli stereotipi e i pregiudizi, anche nei piccoli gesti.
Se dovete descrivere una persona da quale caratteristica partite di solito? e se provaste a cambiare approccio? Una sorta di “indovina chi” con parole diverse.
Mettere in discussione i propri stereotipi e i propri pregiudizi è un esercizio complesso che richiede determinazione e trasparenza ma è un approccio fondamentale, soprattutto con le persone piccole, per creare la società di domani perché, come si diceva all’inizio, i pensieri, i giudizi non sono innati ma vengono acquisiti…
cosa vogliamo che passi alle prossime generazioni?