Come professioniste dell’educazione, ogni giorno ci troviamo a lavorare con persone piccole in crescita, che vanno accompagnate con presenza e costanza nel loro percorso di scoperta di se stesse.
Ci troviamo quindi ad avere a che fare con comportamenti diversi, stati emotivi diversi, manifestazioni ed espressioni di disagio diverse che è importante riconoscere, rispettare ed accogliere.
Come educatrici, con delle necessarie basi teoriche, sappiamo che il benessere emotivo, psichico delle bambine e il loro sviluppo futuro sono anche influenzati da fattori legati al contesto di crescita di origine, e che quello che viene chiamato “attaccamento sicuro” è l’ideale a cui aspirare.
Purtroppo però visto che quasi mai l’ideale è quello con cui abbiamo a che fare, è utile conoscere nella teoria quello che può accadere, senza mai dimenticarsi che sarà poi l’esperienza e l’osservazione della pratica quotidiana a guidarci nel nostro lavoro!
Ecco quindi la nostra pillola di teoria di oggi: la teoria dell’attaccamento!
Cosa è l’attaccamento per Bowlby ?
John Bowlby, uno dei massimi esponenti della psicoanalisi del ventesimo secolo, sosteneva che:
l’attaccamento è parte integrante del comportamento umano dalla culla alla tomba.
Dopo essersi interessato a diversi studi etologici fatti su alcuni tipi di scimmie, Bowlby mette a punto quella che ad oggi è ancora conosciuta come “Teoria dell’attaccamento”, che si discosta dalle teorie psicanalitiche di Freud, dando un enorme valore al riconoscimento e all’importanza delle emozioni nella cura della persona piccola.
L’attaccamento è quindi una “connessione psicologica duratura tra esseri umani” che si stabilisce fin dalla nascita grazie alla tendenza biologica delle bambine a formare una connessione a lungo termine con la persona che funge da caregiver, connessione che non serve solo alla sopravvivenza ma anche alla crescita psicologica ed emotiva.
L’attaccamento si sviluppa inizialmente soprattutto attraverso il contatto fisico, la cura, la vicinanza tra la persona in crescita e la figura di riferimento e questo fornirà alla bambina gli strumenti per avere nel tempo un senso di sicurezza e fiducia verso le relazioni future.
Quali sono le fasi dell’attaccamento secondo Bowlby?
Bowlby riconosce varie fasi in cui si sviluppa l’attaccamento, dalla nascita a dopo i due anni.
Vediamole brevemente insieme:
Fase di pre-attaccamento (0-6 settimane).
Non esiste ancora un attaccamento vero e proprio ma la persona appena nata sorride, piange, attira l’attenzione e inizia a sviluppare una preferenza verso le figure umane più vicine.
Fase di attaccamento indiscriminato (6 settimane – 6/7 mesi).
Si inizia a mostrare una preferenza verso le persone familiari o verso caregiver ricorrenti ma ancora non ci sono segni di preferenza specifica verso una figura di attaccamento.
Fase di formazione di attaccamento specifico (7-9 mesi – 18/24 mesi).
In questa fase, la persona piccola sviluppa un attaccamento specifico verso una figura di cura primaria.
Fase di attaccamento consolidato (dopo 2 anni).
Si ha una consapevolezza maggiore della figura di attaccamento. Si usa questa relazione come base sicura di esplorazione del mondo.
La persona adulta di riferimento scelta come preferita diventa il punto di riferimento sicuro che fornisce supporto emotivo e una base solida da cui partire per conoscere l’ambiente circostante.
Modelli di attaccamento
John Bowlby ricevette un fondamentale aiuto nello sviluppo da Mary Ainsworth, psicologa canadese esperta di psicologia dello sviluppo, che contribuì ad identificare i cosiddetti “stili di attaccamento” attraverso la strange situation procedure, un esperimento progettato per valutare la qualità del legame tra una bambina e la figura di attaccamento.
In questo esperimento le due persone venivano lasciate in una stanza, in set di venti minuti ciascuno, e venivano esposte a varie situazioni per valutare le reazioni emotive e comportamentali, in presenza o in assenza della persona di attaccamento.
Furono così individuati quattro stili di attaccamento:
Attaccamento sicuro
La persona mostra volontà di vicinanza e di contatto fisico con la figura di attaccamento.
Ha fiducia in caso di pericolo della disponibilità della persona di riferimento e per questo esplora il mondo in libertà.
La figura di attaccamento è sensibile ai segnali della persona piccola e disponibile nei momenti di bisogno.
Le persone piccole sicure sono in grado di sopportare distacchi prolungati e non hanno paura di essere abbandonate, avendo fiducia in se stesse e nell’altra..
Attaccamento insicuro evitante
La persona piccola con questo stile di attaccamento ha la convinzione che, a una sua richiesta di aiuto, la figura di attaccamento non solo non sarà disponibile ma manifesterà un rifiuto nei confronti del bisogno.
Verranno quindi costruite le proprie esperienze facendo affidamento solo sulle proprie capacità sia in campo pratico che emotivo.
Ci troviamo di fronte a una persona di riferimento che respinge costantemente ogni ricerca di conforto della persona piccola.
Le bambine con questo stile di attaccamento hanno la convinzione di non essere amate, evitano la relazione per convinzione del rifiuto e hanno una esclusiva fiducia in se stesse.
Attaccamento insicuro ambivalente
Un attaccamento nei confronti della figura adulta di riferimento, con una maggiore attenzione alla relazione più che all’esplorazione sono tipici di questo stile.
Non hanno sicurezza che la figura di attaccamento sia pronta a rispondere alle richieste di aiuto e per questo la separazione è correlata da angoscia, ansia e l’esplorazione appare esitante ed incerta.
La figura di attaccamento in questi casi è disponibile in alcune occasioni mentre in altre no e le persone piccole sono poco avvezze a sopportare lunghe separazioni, hanno poca fiducia delle proprie capacità e sono spesso convinte di non essere meritevoli di attenzione e amore.
Attaccamento insicuro disorganizzato
Una persona con questo tipo di attaccamento è caratterizzata soprattutto da un comportamento irregolare e caotico.
Non c’è coerenza nella relazione con la figura adulta, c’è confusione nei segnali che vengono mandati a chi ha funzione di caregiver e anche confusione nei segnali che si ricevono.
Alcuni studi hanno associato questo tipo di attaccamento a traumi o lutti avvenuti durante l’infanzia o precedentemente ma non ancora elaborati.
Pattern di attaccamento: come comportarsi
Appare evidente che, come lavoratrici nel mondo dell’educazione, riconoscere e rispettare anche il tipo di stile di attaccamento che ogni persona può sviluppare può essere utile per costruire insieme alla persona piccola ma anche alle figure adulte di riferimento, un percorso condiviso e di fiducia reciproca.
Osservare nell’ascolto empatico le caratteristiche emotive di ogni persona è parte preziosa e fondamentale del nostro lavoro di cura quotidiano.
Capiamo quindi come l’attaccamento svolga un ruolo cruciale nello sviluppo comportamentale delle bambine, influenzando anche la capacità di creare relazioni e modulare le emozioni.
Nell’intero ciclo di vita, la teoria dell’attaccamento ci indica che la qualità dei legami che si formano soprattutto nei primi tre anni di vita continuerà ad influenzare il benessere psichico ed emotivo della persona in crescita ed è per questo che è estremamente importante creare un contesto educativo in cui le famiglie e le persone piccole possano costruire un ponte di fiducia e possano ricevere ascolto nella certezza di essere accolte.
Come educatrici e come figure di riferimento, ma non di attaccamento, possiamo quindi utilizzare le nostre risorse teoriche per costruire una pratica educativa quotidiana strutturata ad hoc e personalizzata in base alle soggettività, che sia da stimolo e rinforzo positivo per le bambine.