UniPisa: fine settimana di formazione all’università di Pisa tra strumenti e pratiche per una educazione sessuale ed affettiva nell’infanzia

Grazie all’entusiasmo e alla tenacia di un piccolissimo gruppo di studentesse di Scienze della Formazione dell’Università di Pisa, a fine maggio Cargomilla e Centro Risorse LGBTI sono state ospiti nella città toscana, per due giorni di formazione.

All’interno dell’aula Multimediale di Palazzo Ricci, sede dell’università, abbiamo portato strumenti teorici e pratici di educazione al genere e sessuale nella prima infanzia e nella primaria, in un percorso costruito insieme, partendo dall’interesse delle stesse studentesse che ci hanno contattate perché desiderose di formarsi su tematiche che, all’interno dei percorsi formativi accademici, scarseggiano.

Ed è così che abbiamo passato due giorni intensi ma preziosissimi di scambio e condivisione.

Strumenti e pratiche per un’educazione alla sessualità

Il primo giorno abbiamo proposto un incontro formale nell’Aula Magna in cui, prendendo spunto da testi e articoli, ci siamo confrontate sul perché sia indispensabile parlare di educazione sessuale a affettività fin dalla primissima infanzia.

Dati e statistiche alla mano, abbiamo voluto evidenziare come sia importante creare un’educazione consapevole già dalla scuola dell’infanzia per promuovere e strutturare una nuova idea di società. Abbiamo parlato di violenza di e del genere, di patriarcato, di stereotipi di genere e di come sia urgente non tralasciare le tematiche sopra citate negli spazi di formazione.

La seconda giornata è stata dedicata ai workshop pratici, a due spazi di confronto, uno la mattina e uno il pomeriggio, in cui abbiamo fornito strumenti e metodologie per trattare tematiche come sessualità, affettività, consenso nei contesti educativi in cui le numerose studentesse presenti si inseriranno.

silent floor

Workshop pratici 

Nel corso della seconda giornata, abbiamo proposto alle persone partecipanti delle attivazioni pratiche, per riflettere e decostruire partendo dal nostro punto di vista di persone adulte ma con strumenti utili e riutilizzabili eventualmente anche nei contesti educativi.

Eccone alcune:

Leggiamo senza stereotipi

Partendo da un libro preso (senza nemmeno troppa fatica!) da una biblioteca pubblica, abbiamo diviso il gruppo in due squadre e abbiamo iniziato la lettura.

Lo scopo del gioco era quello di segnalare, in modo buffo e acrobatico, perché si impara pur sempre di più se ci si diverte, tutti gli stereotipi che emergevano nella lettura.

Sembra semplice, ma alcune “finezze” potevano essere colte solo da orecchi e occhi critici e ben decostruiti!

Obiettivo principale di questa attività era quello di analizzare come spesso le stereotipie e le narrazioni culturali passino anche e soprattutto attraverso gli strumenti più utilizzati nei contesti educativi: i libri.

Diventa necessario quindi porre particolare attenzione alle proposte che vengono fatte perché l’immaginario delle persone piccole si costruisce anche attraverso l’esempio degli albi illustrati.

Silent Floor

Questo esercizio implica due tipi di richieste: la capacità di comunicare in silenzio solo scrivendo su un foglio, e l’analisi di situazioni realmente accadute in un contesto di scuola dell’infanzia o scuola primaria.

Sono stati messi sul pavimento dei cartelloni e in ognuno è stato scritto un episodio, accaduto realmente, che riguardava tematiche relative agli stereotipi di genere, al rispetto delle identità e delle espressioni di genere di ogni persona piccola o al rispetto degli spazi fisici e quindi del consenso.

Ogni persona, camminando, aveva l’indicazione di scrivere se e come sarebbe intervenuta, come si sentiva, quali pensieri emergevano da quello che leggeva.

Una comunicazione in silenzio quindi, rispettosa degli spazi di parola di tutte, dei tempi di tutte che ha trovato poi alla fine una restituzione verbale di gruppo.

universita pisa workshop pratici

Camminata privilegio

La camminata del privilegio è un esercizio molto efficace e d’impatto in cui le persone devono fare un passo avanti dopo essersi disposte su una linea una a fianco all’altra, stimolate da varie affermazioni, partendo come riflessione però la propria identità di genere, il proprio orientamento sessuale, la propria condizione socio economica etc. 

In questo caso invece abbiamo chiesto alle persone partecipanti di fare un esercizio di immedesimazione: abbiamo assegnato loro identità diverse, pensate da noi, dalle più privilegiate alle meno privilegiate, che potessero permettere una riflessione al di fuori delle nostre realtà.

L’obiettivo era quello di rendere l’esercizio più intersezionale possibile e meno incentrato sulle discriminazioni di genere, questo perché in ogni contesto educativo ci troviamo spesso di fronte a svariati tipi di persone che vanno considerate nella loro globalità.

Oltre i tabù Dibattiti e laboratori sull’Educazione Sessuale, al Genere e Affettiva

Ognuna di queste attività si è sempre conclusa con una restituzione collettiva, in cui confrontarsi e arricchirsi anche dei dubbi e delle opinioni altrui, in cui abbiamo fornito spunti teorici e di metodo su quello che potrebbe essere poi un buon lavoro con i gruppi di persone piccole che incontreremo.

Le studentesse dell’università di Pisa ci hanno accolte con un entusiasmo incredibile e una fame di “ricette educative” molto precisa.

Abbiamo però messo in luce, alla fine di queste giornate, come in realtà di ricette non ce ne siano, ci sono però consapevolezze da costruire e processi da decostruire che fanno parte di ogni persona, dalle quali partire sempre per la formazione di spazi consapevoli di crescita e autodeterminazione.